domenica 24 febbraio 2013

Milano, il lavoro, e qualcos'altro...

Direte voi...pure alla Domenica (sia pur serale) uno deve parlare di lavoro?

Ebbene, nonostante abbiate ragione, forse solo alla Domenica, dopo essersi fatti la barba per la giornata successiva, il maledetto Lunedì, riesco a riflettere sul posto in cui abito (Milano, per l'appunto...), e sulla mia situazione lavorativa. Peraltro tutto nasce da una conversazione con un'amica di Università, poi collega in un'azienda di bevande gassate, con cui ho avuto modo di parlare. 

E' vero. Vi manca un pezzetto. Allora andiamo con ordine.
Il 9 Maggio 2012 lascio una grande azienda editoriale di Milano (dopo 4 mesi di stage, alla paga media di circa 500 euro al mese), per passare alla suddetta ditta di bevande gassate, con la rassicurazione, da parte dei selezionatori (una delle risorse umana, 27/28 enne, incinta credo al 5°/6° mese più il responsabile della funzione di flotta Aziendale, Parco Auto ecc.), che il posto che ricoprivo non era una sostituzione (la precedente stagiaire aveva lasciato soltanto perché "doveva laurearsi") ma che si prospettava, anche in caso di budget limitato per la funzione (Acquisti, per dovere di cronaca, ovvero la funzione aziendale che in media ha le più basse disponibilità nel mantenere gli stagisti, ma questo lo avrei scoperto dopo...) la possibilità di rimanere in azienda, secondo la classica Job Rotation, termine di cui si abusa ormai in ogni contesto, probabilmente con il significato che dev'essere di certo più dolce essere schiavi, ma in posizioni (il termine rende il concetto, no?) diverse. Ma non divaghiamo. Veniamo al punto. 3 Settimane circa dopo il mio ingresso in questa posizione come "Fleet Manager Assistant", un supporto generico alle problematiche tipiche della gestione di flotta, il suddetto responsabile lascia l'azienda dopo 23 anni, ma alla fine tu rimani, dai che figo! Roba figa nella realtà del lavoro??? Poca, ma se non altro ti confronti in grande, e poi c'è lei, la Job Rotation, vuoi mettere? Cosa succede alla fine dei sei mesi (questo canone aristotelico della durata della tua schiavitù, probabilmente prorogabile per altri sei e poi ti levi dalle palle!)? La risorsa umana in questione di cui sopra è intenta a godersi le sane sedute di riposo post-parto e tu rimani con un paio di mosche in mano, perché il sostituto ti fa sapere che non esistono Exit Interview, occasione in cui tu povero stronzo dovresti poter esprimere un parere sulla tua esperienza e che, a te che hai un dente talmente avvelenato che un cobra avrebbe paura solo a fissarti negli occhi, nonostante tu abbia visto TUTTI (ivi compreso, il suddetto simpatico ex-responsabile) fare questa bella chiacchierata. Invece niente, non è prevista e tu mastichi amaro perché la Job Rotation in questo caso non è girata,l'unica cosa che gira sono le palle modalità "mulino a Trieste nei giorni della bora", ma per fortuna hai trovato un altro stage in un'azienda solida (parole della simpatica tipa che attiva gli stage in Bocconi, l'università supermarket in cui mi sono laureato e a cui dedicherò un altro post prima o poi, un'altra categoria di essere umano che meriterebbe uno studio dal padre della psicanalisi), una delle poche, pensa che culo. Nella realtà, ti ritrovi a uno stipendio netto inferiore (600 + mensa dell'azienda gassosa, contro i 697,29 della nuova azienda senza mensa e mangiare in Garibaldi un piatto di pasta costa ad andar bene 5 euro) ma non ci pensi, sei speranzoso. Finché non arriva Domenica, e ti fermi a pensare, ti fermi a pensare alla dignità che hai perso dopo che finito questo stage arriverai a 23 mesi complessivi di tirocinio senza aver mai ricevuto più di 700 euro di stipendio, senza un contributo versato a 27 anni quasi d'età (e figurati che ti sei pure laureato in tempo, pensa se eri un perditempo come questa classe di sfaticati grattapalle di fuori corso a vita, questi immigratichecirubbanoillavoro) (la precedente era solo ironia, eh...) e che ti fai ancora in 4 per pagare se non altro le spese dello stare a Milano (affitto, mutuo??? aahahahahahahah). Eccola Milano, la città del lavoro, la città delle opportunità, l'America denoantri. Sapete cos'è Milano per me? Una città che vive di rendita, come chi  la vanta come la capitale della finanza (specialmente quella che dovrebbe vigilare sulle dichiarazioni dei redditi dei professionisti, che dichiarano meno di un professore di scuola superiore, altra vena ironica), del lavoro (sì, quello di ragazzi di 25-26-27 anni, senza futuro senza appartenenza, lontani da casa, fantasmi che attaccano la mattina alle 9 e staccano alle 19, ad andare bene), della certezza. Ecco, io di una cosa sola sono certo. Non voglio morire qui, di certo, ma ancor più certamente non ci rimarrò ancora a lungo.

Buonanotte

A

P.s.: l'azienda solida di cui sopra, da promesse delle risorse umane fa stage di sei mesi più sei di progetto. Fino ad oggi, tutti i progetti scadenti sono stati prorogati perché "nel primo semestre non si assume". Fatevi i vostri conti.

sabato 23 febbraio 2013

Un altro insulso blog sul niente...

Quando crei un blog, a volte, ma solo a volte, capita che ti dimentichi di averlo...
Capita, ma il senso di questo piccolo ammasso di bit, pixel ed altro, vuol essere estemporaneo e temporaneo nello stesso momento...

Vuol essere temporaneo per chi, persona che come me condivide sofferenza, gioie, ansie, lutti, preoccupazioni, ha necessità di un "Inn" dove riposare le ossa (virtualmente) e fare due chiacchiere.

Vuol essere estemporaneo per chi vuole insultarmi (siete i benvenuti, ça va sans dire), in una parentesi di pietre virtuali affilate, ma "colpitemibenechesemirialzosonocazzivostri"...

Ironie (del caso e della sorte) a parte, in questo post scriverò spesso (me lo auguro tutte le volte ma credo che stavolta me lo stia imponendo con un po' più di forza), e ancor più spesso ciò che scriverò non vi piacerà. Non per puro gusto estetico da scribacchini, ma perché quello che scrivo disturba lo stomaco (se non altro provo ad augurarmelo).
Ah sì. Prima di provare il gusto autorevole di chiudere questo post vi do un piccolo manuale che dovete sempre avere presente quando leggete queste righe.

1)quando scrivo in font corsivo vuol dire che quel pensiero/elucubrazione/cazzata la sto pensando nell'esatto istante in cui la scrivo. Questo perché pur nella remota possibilità che io dica castronerie (che cagata di espressione, chi sarà mai stato 'sto "castrone"?) dev'essere chiaro che il mio pensiero è pur sempre tale, quindi non rispetta né la grammatica, né le gerarchie ecclesiastiche, né qualsivoglia altra regola.

2)può capitare, a volte, che vi sentiate offesi nei vostri sentimenti (religiosi, affettivi, politici, sociali). Quando ciò accada ricordate cosa dice Caparezza nella sua canzone "Il secondo secondo me". (e se non sei d'accordo mi dispiace per te!!!).

3)vi chiederete, e se non ve lo chiedete ve lo chiedo io, perché questo blog si chiama LaBombaAtomicaSiamoNoi... la risposta, ben semplice e chiara, potrà essere estrapolata da questa citazione importante de Il giovane Holden di Salinger. "Ad ogni modo, sono quasi contento che abbiano inventato la bomba atomica. Se c'è un'altra guerra, vado a sedermici sopra, accidenti. E ci vado volontario, lo giuro su Dio". Che vuol dire? Vuol dire che noi, forse, siamo la Bomba Atomica, ovvero siamo ciò che distruggerà questo pianeta, se non altro con l'odio e l'indifferenza che stiamo seminando.

A presto...

A















P.s.: cercami in giro, e se non mi trovi...