domenica 17 marzo 2013

ah ehm...sì, di politica, e qualcos'altro...

Ok, lo ammetto...ci ho messo un bel po' prima di scrivere il titolo, invece che il resto del testo, forse perché in realtà il titolo non centra nulla e v'ho gabbati, forse perché dopotutto qualcosa centra, ma vi toccherà arrivare in fondo al testo per capire.

Ho passato due giorni a Roma (per essere precisi ne ho passato non molto più di uno, se considerate circa 12 ore di autostrada), per un partita interuniversitaria di rugby, in cui ho svolto il ruolo di "allenatore". Ruolo, insomma, abbastanza esautorato già a livelli alti (anche dai vertici federali, non mi nascondo dietro un dito a dire che il sistema fa "schifino", la verità è che fa cagare ma diciamolo sottovoce che s'è vinto con l'Irlanda), tanto che cambiamo allenatore mediamente ogni 4 anni, e appena dopo i mondiali...vabè, insomma la mia "esautorazione" non è stata da meno, ma solitamente a fare queste cose c'è sempre il lato positivo che in ogni caso ti piacciono talmente tanto che pur in un ruolo "marginale", comunque le apprezzi nel loro spirito di godimento. Alla fine, non importa nemmeno tanto se pur con quella "carica" e con tutti gli urli che butti alla squadra, lo sforzo di fare "tutto" per loro dal procurargli l'acqua ai conetti per calciare e via discorrendo, a prendersi onore e gloria sul prato dell'Olimpico ci va il capitano, rosichi certo, ma più per aver perso di 3 punti dopo una punizione alla fine della partita che altro (ti stai pur sempre godendo una giornata di primavera romana, mica da ridere visti gli altri anni...). La sensazione che ti rimane però è negativa comunque, e ancora non capisci perché. Poi capisci, ti incazzi, urli, strepiti, bestemmi. Ma la verità rimane una sola, inequivocabile. Non la scrivo, perché l'ho maturata da sola e se vi piace, arrivateci da soli, ma consideratevi in una situazione simile, come aiuto a riflettere su come funziona la vita. Direte voi, e la politica? Beh, la politica è esattamente questo insegnamento, quella sensazione negativa che vi sentite addosso pur quando dibattete di cose che ritenete serie, pur quando fate le cose per bene e qualcuno si mangia l'orticello dei sorrisi di tutti, e voi, dentro, state nascondendo un amaro pensiero. Poi uno si chiede di Beppe Grillo (che chi mi conosce sa che non ho come punto di riferimento questa persona ma...), delle braccia tese di un cretino 21 enne che viene radiato dalla federazione greca per questa inusuale "esultanza"...
Ci stiamo mangiando l'esistenza, e dibattiamo di cazzate, scusate il termine, siamo felici e nel frattempo ci rimane dentro amarezza ed incertezza.

TU COME TI VEDI TRA 20 ANNI? (colloqui, domande tipiche... riusciremo mai ad essere originali come dovremmo?)


Vostro
A





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